par Pasta Mer 18 Mar 2020 - 7:38
Autocertificazione, il nuovo modulo del ministero dell’Interno
Il nuovo modulo del ministero dell’Interno, pubblicato il 17 marzo, contiene un importante campo in più: si deve dichiarare che non si è in «quarantena»
Il Ministero dell’Interno detta una nuova direttiva per gli spostamenti per evitare che anche le persone in quarantena escano, così come è accaduto in questi giorni nonostante i divieti. E dunque cambia anche il modulo dell’autocertificazione (lo si può scaricare qui, è gratis e fuori dal paywall).
Il nuovo modulo contiene una nuova voce con la quale si autodichiara che non ci si trova nelle condizioni previste dal decreto dell’8 marzo 2020, e in particolare all’articolo 1, che vieta in modo assoluto gli spostamenti per chi è sottoposto «alla misura della quarantena» o è positivo al coronavirus.
Secondo la disposizione del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, «il nuovo modello prevede anche che l’operatore di polizia controfirmi l’autodichiarazione, attestando che essa viene resa in sua presenza e previa identificazione del dichiarante. In tal modo il cittadino viene esonerato dall’onere di allegare all’autodichiarazione una fotocopia del proprio documento di identità».
Come per i moduli precedenti (che non possono più essere utilizzati), il nuovo modello deve essere portato con sé quando si esce di casa; se ne si può compilare uno solo per giustificare un percorso che si effettua in modo ripetuto (ad esempio, quello casa-lavoro). Se ci si trova nell’impossibilità di stampare il modulo - perché non si ha, ad esempio, una stampante — o lo si dimentica, e si viene fermati dalle forze dell’ordine, si può rilasciare loro una dichiarazione verbale, che sarà trascritta e sulla quale potranno poi essere effettuate verifiche. Chi viola i divieti può avere pesanti conseguenze: si rischia un’ammenda fino a 206 euro e l’arresto fino a tre mesi e una denuncia per reati dolosi contro la salute pubblica.
È bene ricordare che il decreto del governo impone di restare in casa a meno che non ci siano «comprovate esigenze lavorative» o gravi esigenze familiari o sanitarie. È possibile uscire anche per altre ragioni, come la necessità di andare a fare la spesa o in farmacia (qui la guida per sapere cosa si può fare e cosa no), ma bisogna minimizzare i contatti sociali (una nota del governo spiegava l’interpretazione corretta da dare alle norme - che è quella di uscire solo per motivazioni indifferibili - e qual è la motivazione delle richieste agli italiani - quella di fermare la diffusione di un virus che ha fatto oltre 2mila morti, in Italia).